Teather

Il Gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach

Regia Giuseppe Spicuglia – Musiche di Carmelo Imbesi, Carmen Zangarà, Antonio Vasta, Giorgio Rizzo

Liberamente ispirata all’omonimo romanzo di Richard Bach, la pièce racconta una storia magica, dove l’elemento costante è la ricerca della libertà. Jonathan, infatti, è un gabbiano diverso dagli altri: mentre tutti gli altri gabbiani si affannano per trovare il cibo e sopravvivere, senza badare ad altro, lui adora volare e si allena per diventare perfetto nel volo. Per questo è rimproverato dagli altri componenti del suo stormo, lo Stormo Buonappetito, che non comprendono la sua passione per il volo, ritenendolo soltanto come una comodità per procurarsi il cibo. Nonostante la buona volontà di Jonathan per cercare di essere un gabbiano come tutti gli altri, che lo porta a smettere di dedicarsi alla sua passione, il suo desiderio di volare è più forte di lui, così ricomincia ad allenarsi, arrivando in poco tempo a saper compiere acrobazie incredibili, mai compiute da nessun altro volatile.

Diretto da Giuseppe Spicuglia, sul palco  Ivan Bertolami  a suggellare l’importanza di questo delicato quanto performante romanzo di vita, con un cast musicale da brivido composto dai Maestri Antonio Vasta, Giorgio Rizzo, Carmelo Imbesi e Carmen Zangarà, che per l’occasione hanno realizzato musiche travolgenti, amplificando in modo sempre più crescente l’emozione che dal palco si librata in volo verso il pubblico. Ad impreziosire ulteriormente lo spettacolo anche tre ballerine, Valentina Caleca, Gabriella Rossitto e Emanuela Ucciardo che hanno dato corpo al testo realizzando delle spettacolari scenografie.

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Novecento di Alessandro Baricco

Regia Ivan Bertolami – Musiche di Carmelo Imbesi e Antonio Vasta

Tratto dal capolavoro di Alessandro Baricco e diretto da Ivan Bertolami


Il protagonista dello spettacolo è il trombettista Tim Tooney che con un velo di malinconia racconta la sua splendida amicizia con Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il più grande pianista che abbia mai suonato sull’Oceano,

La pièce mette in evidenza vari aspetti, fra i tanti l’immigrazione di ieri, quando eravamo noi italiani ad emigrare, e quella di oggi dove siamo noi quelli che accolgono. Si sottolinea soprattutto anche la voglia di fermarci davanti a qualcosa di più grande di noi come la terra ferma che, può sembrare affascinante ma alle volte sa essere più ingovernabile più di un transatlantico in mezzo alla burrasca.


La messa in scena è scandita da una ensemble musicale che esegue musiche originali che prendono sottobraccio lo spettatore e lo portano nel magico mondo delle sale da ballo dei piroscafi che negli anni ‘30 facevano sponda dall’Europa all’America.

“Suonavamo perché l’Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov’era e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio. E suonavamo il ragtime, perché è la musica su cui Dio balla, quando nessuno lo vede.” (Novecento  A.Baricco)

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Me e Mr. G – “Non è il Classico Gaber”  (Omaggio al Teatro Canzone)

Regia Ivan Bertolami – Arrangiamenti: Carmelo Imbesi – Carmen Zangarà

“Le parole definiscono il mondo.
Se non ci fossero le parole,
non avremo la possibilità di parlare di niente.
Ma il mondo gira e le parole stanno ferme.
Le parole si logorano, invecchiano, perdono di senso
E tutti noi continuiamo ad usarle
Senza accorgerci di parlare… di niente.”

In questo omaggio al Signor G, Ivan Bertolami intende riportare alla luce il Teatro Canzone, ideato da Giorgio Gaber e Sandro Luporini.
La pièce è scandita da monologhi e canzoni, in alcuni casi apparentemente leggeri ma dal contenuto profondo.

La parte musicale viene curata dal Duo di chitarra classica dei Maestri Carmelo Imbesi e Carmen Zangarà con l’intento primario di fornire una chiave interpretativa delle musiche di Giorgio Gaber in stile prettamente cameristico, enfatizzando lo strumento principale che per il cantautore rappresentò la “compagna ideale” durante la sua carriera artistica: la chitarra.

Si è scelto di dare alla scena un’impronta che apparentemente può sembrare minimalista, ma che invece ricalca i primi spettacoli di Teatro Canzone con i quali Gaber girava l’Italia solamente con una sedia ed una chitarra.

Le tematiche, affrontate con la classica comicità gaberiana, varieranno dal razzismo all’amore, dalla politica alle classi sociali, dalla moda all’anticonformismo.
Uno spettacolo ideale per riavvicinarsi ad un grandissimo artista che forse un giorno passerà di moda, ma che non smetterà mai di essere attuale.[..

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